A circa venti minuti di macchina da Porretta Terme si trova il centro storico del comune di Castel di Casio (qui la posizione) e facilmente raggiungibile anche in bus (qui gli orari). Il borgo dista pochi chilometri dal magnifico lago di Suviana.

Per una visita completa al Lago di Suviana e a Castel di Casio suggeriamo di seguire gli itinerari “Le Rive del Lago” o “La Valle incantata” nella sezione “Trekking e Ciclismo Alto Reno”

Nel centro storico di Castel di Casio è possibile godere della vista di quanto rimasto dalle antiche fortificazioni del castello risalente a quasi 800 anni fa. Non a caso la rievocazione medioevale più famosa di tutta la valle del Reno si tiene proprio qui, indicativamente nella terza settimana di Agosto.

Il Comune di Bologna fra i secoli XII e XIII aveva in gran parte realizzato la conquista delle alte valli oggi bolognesi e scelse il villaggio non fortificato di Casio per farne la piccola capitale della montagna. Dal 1205 fu sede del Podestà, poi dagli anni Settanta del Duecento, del Capitano delle montagne. La scelta del Comune bolognese cadde proprio su Casio per la vicinanza al confine toscano e la sua centralità geografica e strategica. Il Capitano era il magistrato che aveva funzioni di governo del territorio ed esercitava su tutta la parte montana del contado bolognese la suprema autorità politica, amministrativa, giudiziaria e militare. Fungeva anche da giudice di secondo grado e poteva comminare pene fino a quella di morte. Un esempio documentato di esecuzione capitale è quello di Girolamo da Forlì, figlio di un ricco banchiere bolognese, al quale il 10 luglio 1389 venne tagliata la testa sulla piazza di Casio per le accuse di bigamia e per incendio doloso della casa di un certo Duccio oste alla Collina di Casio.

Il primo Capitano delle montagne che ebbe sede a Casio fu Alessandro conte di Mangona.

La scelta di fare di Casio la sede della più importante magistratura della montagna indusse il Comune di Bologna a fortificare il villaggio, circondandolo di mura e munendolo dell’imponente torre che, pur essendo giunta fino a noi mutila a causa dei danni subiti in un terremoto, mostra ancora la sua imponenza. Lo stesso Comune promosse anche, all’interno del castello, la costruzione della cappella di San Biagio, che dipese dalla pieve dei Santi Quirico e Iulitta. In essa si trasferirono, per motivi di sicurezza, i canonici di San Frediano di Lucca, che officiavano la pieve e le chiese dipendenti.

Delle fortificazioni duecentesche rimane soprattutto la torre, che risulta lievemente pendente e collocata poco all’esterno delle mura, in corrispondenza ed a difesa della porta occidentale. I resti più cospicui delle mura duecentesche si trovano nei pressi della stessa torre a recintare a est il vicino giardinetto, mentre un altro breve tratto si trova dalla parte opposta dell’abitato, conservato in modo precario. Il perimetro delle mura antiche è percorso dall’attuale strada di circonvallazione.

La dipendenza diretta di Casio dal Comune bolognese fece sì che anche la struttura urbanistica del castello venisse influenzata dalla città, cosicché ancor oggi sono visibili alcuni tratti di portici tipicamente bolognesi.

Cenni storici a cura di Renzo Zagnoni.

  • Published: 24 Aprile 2025

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